“Ridere
è il bisogno dell’anima”
P.Neruda
Giorni
fa mi sono imbattuta in alcune letture molto interessanti a proposito dei condizionamenti
a cui siamo sottoposti da parte del sistema sociale e culturale in cui
viviamo, e degli effetti sorprendenti che tali condizionamenti hanno su di noi.
Perché parlarne? Perchè la consapevolezza è il primo passo per la libertà da
queste influenze depontenzianti. Le definisco così perchè siamo esseri ricchi
di risorse e capacità, spesso ci sottovalutiamo o veniamo indotti a farlo,
mentre siamo potenzialmente inarrestabili. I condizionamenti di cui sopra hanno lo scopo
di farci credere che siamo privi di potere, privi di risorse, vittime del fato
avverso e bisognosi di aiuto, quindi ci de-potenziano, mirano a oscurare la
luce infinita che è in noi.
Quello
che ci viene proposto fin dalla nascita è il cosiddetto Pa.Va.Di.La. A cui
proponiamo di contrapporre il Pa.De.Gio., termini coniati da Sonia Fioravanti
(psicoterapeuta) e Leonardo Spina
(attore, sceneggiatore, pioniere della gelotologia), autori del libro “Dall’Homo
Sapiens all’Homo Ridens”. Il Pa.Va.Di.La è il paradigma della valle di lacrime. Cosa significa? La nostra società
ci educa alla parte negativa della realtà, ai sensi di colpa, a credere che la
vita sia sofferenza, sacrificio, dolore. Pensiamo al libro dei libri, la Bibbia
e citiamone un passo, la maledizione con cui Adamo ed Eva sono cacciati dall’Eden:“Maledetto il suolo a causa tua, con dolore
ne trarrai il cibo. Spine e cardi produrrà per te. Col sudore del tuo volto
mangerai il pane”. Innanzitutto notiamo le parole che, come vedremo, sono
estremamente importanti. Addirittura Dio maledice Adamo. Questo dunque il viatico della razza umana.
Sociologicamente che effetti può avere? Non ci si può che aspettare che la vita
sia sofferenza e che anche il lavoro lo sia. Si tratta dunque di un’impronta
forte e condizionante. Ma esiste un’alternativa, la chiave di un’altra
possibile società. Nel libro di Georges
Minois “Storia del riso e della derisione” leggiamo quanto segue:
“Dal
riso di Dio nacquero i sette dèi che governarono il mondo […] Non appena Egli
scoppiò a ridere apparve la luce […]. Scoppiò a ridere per la seconda volta e
fu acqua dappertutto […] Alla sesta risata creò il tempo. Poi, prima di
scoppiare a ridere per la settima volta, Dio inspirò profondamente, ma aveva
riso talmente tanto da piangere e dalla sue lacrime nacque l’anima degli uomini”.
Così
narra l’autore anonimo di un papiro alchimistico che risale al III secolo, il Papiro di Leida contenente la “Genesi
degli gnostici” e conservato nella città olandese di Leida.
In
questa versione della creazione l’Universo è nato da un’enorme risata, un big
bang comico e cosmico. Se questo ce l’avessero
insegnato al catechismo la nostra società non sarebbe stata decisamente diversa?
Invece del Pa.Va.Di.La (paradigma valle di lacrime) avremmo il Pa.De.Gio, il
paradigma della gioia. Adesso cerchiamo di capire a cosa è funzionale questo Pa.Va.Di.La., gli obiettivi nascosti,
più facili da capire se prendiamo in considerazione l’ambito della salute
pubblica, laddove l’obiettivo non è avere persone sane, ma ricondurre i sani a delle categorie da curare. Che vuol dire? Per
capirlo consideriamo quella branca della medicina che si chiama psicosomatica, il cui assunto
fondamentale è che la psiche (pensieri, emozioni, sentimenti, credenze) ha
effetto sul soma, cioè il corpo. E’ risaputo in psicosomatica, che un ruolo
centrale è svolto dalla consapevolezza.
Vale a dire che, dato un certo malessere (per es. colite, mal di testa cronico
o qualunque somatizzazione), la consapevolezza del problema scatenante, del
malessere psichico che lo ha provocato aiuta
a sciogliere la somatizzazione, in quanto consente di creare un nuovo
equilibrio tra l’interno (sé) e l’esterno (l’ambiente, costituito anche dagli
altri). Anche la psicobiologia dimostra che i nostri pensieri, emozioni, credenze diventano realtà fisica del corpo. Per
questo è fondamentale non cadere vittima della paura, emozione deleteria
soprattutto in condizioni di malattia. Cosa contribuisce a instillare paura? Possono
farlo anche le parole. Infatti le parole
non sono neutrali, ma portano con sé un pacchetto cognitivo-emozionale. Nel
Pa.Va.Di.La vengono usate per creare veri e propri condizionamenti ipnotici.
Pensiamo alla parola “malattia”, in cui è insita la radice male. Oppure la
parola “tumore” che in francese significa “tu muori”. Credete davvero che
parole simili non abbiano, a livello inconscio e quindi inconsapevole, un
effetto cognitivo/emotivo su di noi? Sono parole che rappresentano ciò che il Paradigma della valle di lacrime tenta
di fare, cioè instillare paura. Alcuni
medici, invece, cominciano ad aprire una breccia verso il Paradigma della gioia, e iniziano a parlare di “benattia” invece che malattia, perché essa
è da considerarsi non una piaga, ma un’occasione
per capire come funziona il nostro corpo, un’occasione di consapevolezza.
Guardiamo al corpo come ad un maestro che fornisce degli insegnamenti, e ha in sé
tutti gli strumenti di auto guarigione. Il
malessere sopraggiunge quando qualcosa blocca i naturali meccanismi innati di auto
guarigione, e allora la via è comprendere la vera causa profonda e sciogliere
i blocchi paralizzanti, porsi domande sul perché sia comparso quel dato
problema e costruire un progetto
personalizzato di auto guarigione, sistemi che auto potenziano le nostre capacità
di rimetterci in forma. Per questo è corretto dire che noi non moriamo di malattia, ma di false credenze e false convinzioni.
Qualcuno si starà certamente chiedendo
che ruolo abbiano in tutto questo i farmaci. Quanto detto sinora non significa
negare l’utilità dei farmaci, dato che ci sono situazioni gravi in cui è
necessario assumerli. Bisogna tuttavia considerarli una stampella, un rimedio d’urgenza
che non rintraccia la vera causa e che configura un intervento senza un progetto personalizzato. Facciamo un esempio
per capire. Paolo, Francesco e Luca hanno la gastrite. L’attuale sistema
sanitario li tratterà tutti con lo stesso farmaco, e quindi non terrà conto
della “storia unica” che ciascuno di loro rappresenta, non accrescerà la
conoscenza dei loro meccanismi di funzionamento. Per cui probabilmente il
problema si ripresenterà. Infatti per Paolo la causa può essere una cattiva
alimentazione, per Francesco i problemi sul lavoro e per Luca un conflitto in
famiglia.
Forniamo
ora qualche dato per dare supporto scientifico a quello che stiamo dicendo.
Avete mai sentito parlare di PNEI? Significa
psiconeuroendocrinoimmunologia, parola lunghissima che in sintesi collega lo psichico (pensieri, emozioni,
convinzioni ecc.) al sistema immunitario, riconoscendo, quindi, a qualcosa
di astratto di avere un effetto sulle nostre difese immunitarie. Se vi fermate
un attimo a riflettere capite la portata di questo concetto straordinario.
Quindi quando sentiamo dire che “i nostri pensieri e le nostre parole creano la
nostra realtà”, non sono facili e banali psicologismi, in quanto la PNEI offre
il fondamento scientifico di questa affermazione.
Tutto
ciò si traduce in qualcosa di meraviglioso nella nostra vita: tutte le volte che facciamo qualcosa che ci
fa stare bene, ci dà gioia, siamo innamorati o creiamo, si attiva il Timo (ghiandola che si
trova dietro lo sterno) che produce endorfine
(oppioidi endogeni) che hanno proprietà
- ·
Analgesiche (riducono il dolore)
- ·
Euforizzanti (stato di benessere)
- ·
Immunostimolanti (attivano il sistema immunitario)
La
conclusione è che la gioia è il garante
della nostra salute. Al contrario la paura stimola la produzione di
adrenalina che è un immunosoppressore, quindi ostacola i meccanismi innati di
autoregolazione e guarigione.
Torniamo
ora al concetto espresso poc’anzi e cioè che l’obiettivo del Sistema sociale e
culturale in cui viviamo non è avere persone sane, ma ricondurre i sani a delle
categorie di soggetti da curare, cioè è una fabbrica che produce malati. Viviamo in un periodo storico in cui c’è
un forte attacco alla vita. Facciamo un esempio per capire: il DSM è un manuale
diagnostico usato in psichiatria. Nel primo DSM le categorie diagnostiche erano
circa 60. Nelle versioni successive, per esempio il DSM 5 le categorie sono
almeno 300. Ebbene ogni categoria diagnostica nuova consente la produzione di
un nuovo psicofarmaco. E uno degli autori del DSM 4 si autodenunciò dicendo di
aver commesso crimini contro l’umanità perché il manuale era fonte di numerose
categorie diagnostiche inventate. Tale accadimento tuttavia è poco noto poiché è
stato insabbiato. Come mai? Anche la dott.ssa Sonia Fioravanti racconta di aver
preso parte alle contestazioni.
A
ciò si deve aggiungere che molta della letteratura
sui mille diversi modi di guarire viene occultata, così come la conoscenza
sui programmi riparatori innati di cui siamo dotati, riducendo, di fatto, le
nostre possibilità di scelta quando abbiamo bisogno di cure. A tal proposito
citiamo “Guarigioni straordinarie” di Marc Ian Barasch e “Noi siamo guariti” di
Sergio Signori, che trattano i numerosi
casi di guarigioni dal cancro attraverso il ricorso a metodi alternativi e
naturali. C’è chi guarisce andando a Lourdes, chi ricorrendo alla naturopatia e
mille altri modi documentati.
Abbiamo
detto, inoltre, che il Sistema si alimenta utilizzando un condizionamento ipnotico, che è mediato anche attraverso le parole
e che è volto a instillare paura, poiché
è grazie alla paura che si ha l’effetto della paralisi del pensiero critico, che impedisce la libertà di scelta. Il
pensiero va, per esempio, a tutte quelle pubblicità che, facendo leva sulla
paura di cataclismi, danni, tragedie, imprevisti, propongono la loro soluzione
assicurando qualunque cosa (l’auto, la casa, gli elettrodomestici, una rendita
per la vecchiaia ecc.). Una volta alla telefonata con cui un operatore mi
proponeva di estendere la garanzia per gli elettredomestici che avevo
acquistato due anni prima “perché si sa, capita che si rompono proprio nel
momento meno opportuno” rispondo che non mi interessava in quanto…..
profondamente ottimista! Quando invece
parliamo di paura intensa possiamo constatare anche nel nostro quotidiano che nel
panico fatichiamo a ragionare con lucidità.
Quando abbiamo paura si paralizza
il cognitivo, e ciò va di pari passo con l’insicurezza e il bisogno di
protezione. Quindi se tutte le informazioni di cui potrei disporre sulle
modalità alternative di guarigione vengono occultate e vengo inoltre, col
condizionamento ipnotico, indotto ad
avere paura, la conseguenza è che le mie scelte
vengono dirottate verso ciò che il Sistema propone. Ma sarà per il mio bene
o a vantaggio delle aziende farmaceutiche e di tutta la “fabbrica sanitaria”
che è ad oggi il principale motore dell’economia mondiale?
Quali
possibili soluzioni? Innanzitutto spostarsi sul paradigma della gioia. In
secondo luogo, sapete che ognuno di noi ha già dalla nascita un formidabile
strumento per scardinare il condizionamento ipnotico? È ridere, perché ridere è un’azione che libera e quindi consente
di scegliere. Esiste una vasta letteratura sull’argomento. Già negli anni
80 una dottoressa americana Goodheart diceva agli italiani che medici,
psicologi e psichiatri americani consigliavano vivamente ai pazienti di vedere
film comici e teatro di commedia perché fa bene alla salute. Ricordate il film
Patch Adams (1998) con Robin Williams? È ispirato alla storia della vita del
Dr. Hunter Patch Adams e sul libro “Salute! Curare la sofferenza con l’allegria
e con l’amore”. Il concetto di base non è curare col sorriso, ma cercare di far
capire alla medicina che le emozioni sono importantissime per il funzionamento
dell’organismo. Per questo motivo gli ospedali con i colori cupi e la generale
trascuratezza che li rende simili a carceri, invece di favorire la guarigione,
rema contro di essa. Ci sono, a questo proposito, ricerche che studiano il potere terapeutico del bosco e mostrano
che dopo due ore di permanenza i “natural
killer” (componenti del Sistema immunitario) sono raddoppiati, e dopo due
giorni il sistema immunitario è letteralmente rinnovato.
E
questo è solo un assaggio di quel sapere eretico che molti abbracciano con
straordinari risultati. Sarà forse il sapere ufficiale del futuro?
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