Che parole usi per parlare di
te? Quali sono le parole che usi più spesso durante la giornata? Facciamo un
semplice Test:
1.
scrivi su un
foglietto un elenco delle parole che usi più spesso per parlare di te
2.
fai un altro elenco
delle parole che usi abitualmente, quelle espressioni che ti caratterizzano.
Rispetto
al punto 1., per capirci, quando
feci questo test su di me emerse che spesso, e senza accorge mene, usavo per riferirmi alla mia persona parole
come “che scema, ho sbagliato questa cosa”, “che brutti questi capelli”, “come
sto male con questo vestito”, “che rimbambita, ho dimenticato il telefono a
casa”. Tutti appellativi che la parte
più profonda di noi recepisce e ritiene veri, soprattutto se questi messaggi
che mandiamo a noi stessi sono ripetuti più volte. E, si badi bene, non vale la scusante
che si tratta di espressioni ironiche, dette scherzando. Il nostro io profondo “non
conosce” gli scherzi, e prende per vere le nostre affermazioni. L’autoironia è
un’altra cosa, e non contempla l’uso di appellativi offensivi. Essere
autoironici significa sdrammatizzare per non essere troppo severi con se
stessi. Quindi, dopo aver scritto
l’elenco valutiamo col cuore come sostituire gli appellativi “distruttivi” con
quelli “costruttivi”. E’ una questione
di allenamento. Facciamolo almeno per 21
giorni, e l’esercizio diventerà un’abitudine.
Per
tornare alle espressioni di prima possiamo trasformarle come segue:
“che
scema, ho sbagliato questa cosa” =>
“ho sbagliato questa cosa, ma può capitare” o “sbagliando si impara”
“che
rimbambita, ho dimenticato il telefono a casa” => “se ho dimenticato il
telefono a casa vuol dire che devo essere più attenta o più concentrata o forse
devo prendermi una pausa dal telefono”
Le
parole che usiamo possono essere i nostri migliori amici o i nostri peggiori
nemici, perché le nostre parole influiscono inevitabilmente su ciò che pensiamo di noi stessi e di ciò che ci circonda e quindi finiscono per costituire i "mattoni" che fondano la nostra realtà. Inoltre, poiché anche le parole hanno un loro "bagaglio energetico" condizionano il nostro "stato energetico". Quindi...ci circondiamo di positività o di negatività?
Rispetto
al punto 2., mi riferisco alle
parole tipiche di ciascuno di noi. Spesso si tratta di esclamazioni come
“Maledizione, ho bucato una ruota”, “come sono sfortunato”, “E’ una disgrazia”,
e lamentele di vario genere che non fanno che alimentare pensieri e stati
d’animo che ci abbattono.
Qualcuno
più saggio di me diceva….
Mantieni i tuoi pensieri positivi
Perché i tuoi pensieri diventano parole
Mantieni le tue parole positive
Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
Perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini
Mantieni le tue abitudini positive
Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori
Mantieni i tuoi valori positivi
Perché i tuoi valori diventano il tuo destino.
——Mahatma Gandhi
Quindi
trasformiamo le nostre parole e le
trasformeremo in una potente risorsa che ci dà la carica e la giusta
premessa per costruire cose buone..
Per
esempio, invece di maledire il destino, cerchiamo di guardare oltre e di
cercare a cuore aperto di comprendere il
senso di ciò che è capitato. Proprio qualche giorno fa, ad esempio, stavo
scrivendo con una biro ed è finito l’inchiostro (e già questo mi era parso
insolito..). Ho cambiato penna e dopo un po’ ha cominciato a non scrivere anche
questa penna. Sapete cosa ho fatto? Ho capito che dovevo smettere di fare
quello che stavo facendo, perché non era un buon momento. Era opportuno
rimandare.
Delle
parole che usiamo, anche riferendoci a noi stessi, è importante sia la forma che il contenuto. Pertanto alleniamoci a:
(a)
Evitare Espressioni
formulate in negativo. Per es. esordendo con un NO
(b)
Evitare di Autodenigrarsi. Anche se per scherzo (perché l’emisfero cerebrale
destro non capisce gli scherzi perché conosce solo la verità)
(c)
Evitare Espressioni
autolimitanti.
“ Non ce la faccio, non posso” che spesso è
espressione ipocrita in quanto in realtà trattasi di “non voglio”. Ne risentono
le nostre capacità operative. Meglio: ho già un altro impegno, devo andare..
(d)
Preferire la Semplicità
della parola.
L’opposto dei discorsi dei politici o di
quello sofisticato e forbito che non serve a trasmettere il messaggio ma a dare
valore a chi lo emette, per ostentare saccenza. Orpelli per edonismo
(e)
Dire il vero
La parola è lo strumento con cui proiettiamo
la nostra immagine.
Mentire significa non onorare noi stessi, non
dare importanza alla nostra identità.
Con la verità ne guadagnamo in luce
energetica come una stella che brilla di più.
Sincerità è svelare le proprie debolezze, e
questa è una grande forza che ci fa brillare agli occhi del Creatore. Mentire è
offenderlo.
Il nostro valore è più grande delle nostre debolezze. Se
mentiamo diamo più valore al giudizio altrui. Ma non deve importarci.
Quindi con le nostre parole possiamo "farci del bene" o "farci del male". Non è forse meglio essere i nostri più grandi "sostenitori"? Scegliamo, quindi, di usare le parole migliori per noi, e di concentrarci sul linguaggio (sia nella forma che nei contenuti) che ci predispone al meglio, anche perché ciò di cui parliamo rappresenta ciò su cui focalizziamo l'attenzione e a cui, pertanto, "diamo energia".
E buon linguaggio a tutti.
E buon linguaggio a tutti.