sabato 28 gennaio 2017

Una risorsa speciale: la gratitudine



Quante delle cose che abbiamo vengono da noi vissute come un diritto acquisito e non discutibile, un qualcosa che c’è oggi, c’è da tempo e quindi riteniamo che continuerà ad esserci. O meglio non si tratta di un “ritenere”, poiché non soffermiamo neanche la nostra attenzione su cose come la nostra libertà, il nostro corpo, i nostri sensi, le meraviglie del mondo che ci circonda, l’affetto dei nostri cari. E l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Talvolta alcune di queste nostre risorse vengono da noi apprezzate in tutto il loro valore quando vengono a mancare. Pensiamo a quando l’influenza ci costringe a letto e ci toglie la libertà di uscire, o quando eventi dolorosi ci allontanano dalle persone care (per esempio per un trasferimento ad altra città o paese). Ogni volta che  viene a mancare qualcosa per noi importante, ecco che ne affiora prorompente il valore. Basterebbe talvolta confrontarci con chi non ha i nostri doni/risorse/ricchezze in senso lato per coglierne appieno l’importanza. Quando ciò non accade, troppo spesso viviamo nell’ingratitudine, in molti casi inconsapevole. Ma non si tratta di sentirsi in debito verso qualcuno/qualcosa, né si deve confondere la Gratitudine con il comportamento formale ed educato: tutti conosciamo il “grazie” quotidianamente usato, ma l’atteggiamento formale non sempre coincide con la capacità reale di provare sentimenti di gratitudine. La Gratitudine è invece un sentimento per alcuni aspetti simile all’amore, che contiene un’emozione piacevole di leggerezza interiore e di “riconoscenza”. Si tratta di coltivare quel senso di gratitudine che ha un enorme impatto sul nostro benessere psico-fisico-energetico. Anche la scienza ne riconosce i benefici. Ricerche della University of California hanno prodotto prove e conferme di quanto la Gratitudine sia fonte di benessere. In realtà le prime indagini della psicologia sulla Gratitudine si devono alla psicoanalista Melanie Klein, che ha dato a questa emozione un ruolo centrale contrapponendola all’invidia. La ricerca scientifica ha ora acquisito le prove della grande importanza di questo sentimento tanto da identificarlo anche come elemento di “felicità”. Essere grati significa essere riconoscenti di quelle azioni o oggetti materiali intorno a noi e corrisponde quasi sempre ad una visione positiva della vita. Tale sentimento produce cambiamenti del flusso sanguigno all’interno del cervello e maggiori livelli di attività nell’ipotalamo e flussi più elevati di dopamina. Aumenta il livello di vitalità, incrementa le emozioni positive e costituisce una protezione da stress e depressione. E’ stato inoltre rilevato che la capacità di provare Gratitudine permette una percezione positiva, senso di soddisfazione della vita e maggiore autostima. Le persone che maggiormente sono in contatto con il sentimento di Gratitudine risultano infine meno colpite da sintomatologie fisiche. E la buona notizia è che può anche essere sviluppata e accresciuta. Funziona come un muscolo e può quindi essere allenata. Per acquisirla come buona abitudine possiamo fare un semplice esercizio: ogni giorno (per esempio appena svegli, per predisporci nel migliore dei modi ad affrontare la giornata)  stiliamo un elenco di 10 cose per cui essere grati. All’inizio, non essendo allenati, dovremo pensarci su. Dopo qualche giorno sarà un esercizio divertente. Ecco qualche suggerimento: mi sento grato per il sonno ristoratore, la nuova giornata da vivere, la colazione, la mia casa, il mio lavoro, la famiglia, gli amici (e si può specificare chi), i miei vestiti, la mia simpatia, le cose di me che mi piacciono, il parcheggio trovato, la giornata di sole, il mare, il cielo azzurro, la possibilità di vedere, sentire, camminare, la mia salute. Possiamo scrivere ogni giorno su un “diario della gratitudine”, così come consiglia Martin Seligman
Oppure possiamo scegliere un piccolo sasso che terremo in tasca o nel portafogli e sarà per noi "il sasso della gratidudine", così ogni volta che torniamo a casa e svuotiamo le tasche, vedremo il sasso e ricorderemo di sentirci grati. 
Vedrete che col tempo ogni evento sarà una buona occasione per sentirsi grati, con innumerevoli benefici per il nostro corpo, la nostra mente, la nostra energia. E quello che è intorno a noi non potrà che cambiare con noi..

sabato 14 gennaio 2017

Alimentazione e ben-essere psicofisico

L'alimentazione influisce sul nostro equilibrio psico-fisico. 
Ogni alimento ha delle proprietà che influenzano sia il corpo che la mente determinando il nostro stato energetico e quindi condizionando il nostro ben-essere.
Il cibo, inoltre, è connesso con l'emozione. Infatti spesso la fame è influenzata da determinati vissuti emotivi e non è dettata da esigenze puramente fisiologiche.  A molti è noto l’effetto compensatorio  e consolatorio che ha il cibo, primi fra tutti i dolci.
Per questo motivo le diete alimentari spesso non funzionano o, comunque, non sono sufficienti. Occorre intervenire sulla componente e significato psicologico di cui il cibo è portatore, nonché sulla condizione psichica e sul vissuto della persona, tenendo conto del fatto che il cibo influenza gli stati psichici ed emotivi.

Inoltre, proprio per l’impatto che il cibo ha sullo stato di ben-essere occorre prediligere l’alimentazione naturale, e stabilire un rapporto armonico con gli alimenti, ciò al fine di trasformare il cibo nel proprio alleato capace di contribuire all’elevazione del nostro stato energetico.

La differenza tra un uomo e un altro non è nella mera abilità. . . è nell’energia. ”
(Thomas Arnold)


sabato 7 gennaio 2017

Il ben-essere

Il ben-essere psichico-fisico-energetico è una condizione ottimale che spesso rappresenta un traguardo da raggiungere, piuttosto che uno stato vissuto. Siamo, infatti, esseri meravigliosi ed elevati, potenzialmente perfetti, che hanno bisogno di prendersi cura di sé. Sovente situazioni di disagio emotivo, che si riflettono in disturbi fisici, vengono classificati genericamente nel concetto di stress e l’unica soluzione appare essere la convivenza con tali disturbi. Molti dei condizionamenti che provengono dall’ambiente familiare, culturale, sociale (per esempio convinzioni, schemi, aspettative) incidono negativamente sul nostro stato di ben-essere trasformandosi in blocchi interiori limitanti, che riducono le nostre innate capacità di reagire alle difficoltà della vita, capacità che sono invece potenzialmente infinite. E il malessere che si sviluppa dentro di sé non può che tradursi in problematicità anche al di fuori di sé, dando vita ad un circolo vizioso, in cui la negatività dentro di sé (malumore, pessimismo, paura, emozioni negative, ingratitudine) genera negatività fuori di sé, la quale a sua volta si riverbera sul proprio malessere personale. Questo, a sua volta, ha impatto sugli obiettivi che ci prefiggiamo nella  vita, che possono, in tali condizioni, sembrare irraggiungibili, fino a indurci a cessare di perseguirli, se non, addirittura, a non porci alcun obiettivo, in quanto prevale la sensazione/convinzione di essere in balia degli eventi o del fato e di non avere alcun potere.
In realtà esiste un universo di possibilità, di cui molte ancora da scoprire. Infatti è possibile operare per facilitare il raggiungimento del ben-essere globale della persona, consentendo di ritrovare l’armonia attraverso l’uso di tecniche naturali, energetiche, artistiche, culturali e spirituali, stimolando così un naturale processo di trasformazione evolutiva, di crescita e di ottimizzazione delle proprie risorse profonde, potenzialmente infinite. E ciascun individuo possiede il suo meraviglioso bagaglio di potenzialità uniche, peculiari e irripetibili.


Il professionista del ben-essere è un facilitatore dell’autopromozione della persona ed insegna a prendersi di cura di se stessi, a capire se stessi, accettarsi ed amarsi nella propria meravigliosa specificità, a creare le condizioni per la propria armonia, dentro e fuori di sé, anche sviluppando il proprio straordinario patrimonio di risorse.