lunedì 30 aprile 2018

Conversazioni tra...mente e cuore




Quante volte ascoltiamo il cuore o ci affidiamo a lui? La mente non è la nostra risorsa più grande, ma la più piccola...


M: Ciao... mi sento sola.
C: Ci sono io qui giù.
M: Ci conosciamo?
C: Conosco te ma tu ancora non conosci me!
M: Davvero? Com'è possibile? Non ci credo!
C: Mi dispiace, io invece credo.
M: Posso avvicinarmi?
C: Si.
M: C'è troppo caldo, mi brucio. La mia natura è fredda, ho paura di sciogliermi.
C: Non temere, vieni vicino.
M: Eccomi. Come ti chiami?
C: Non mi chiamo, sono gli altri a definirmi: la maggioranza mi chiama «Cuore». Sono una specie di bussola.
M: Cuore: che nome buffo. Perché non hai gli occhi? Sei cieco?
C: In un certo senso lo sono; gli occhi non mi servono.
M: E come fai a vedere?
C: Sento. Sento tutte le cose. A volte però, quando tu bisbigli o gridi... mi confondo e smetto di vedere. Quando avevo 5 anni la mia voce era l'unica... Poi sei arrivata tu ed hai cominciato a prendere decisioni al posto mio.
M: Vuoi dire che sei migliore di me? Io organizzo, concettualizzo, confronto infor mazioni, ragiono... E tu cosa fai?
C: Amo. Amo anche te.
M: Ami? Che significa?
C: Non posso raccontarti l'Amore: abbracciami.
M: Ho paura di perdermi!
C: Abbracciami...
M: Sei sicuro?
C: Abbracciami...
M: Io... io... io... muoio.
C: Non temere, solo una parte di te potrà morire. Resta qui tra le mie braccia, non aver paura: la paura non abita qui.
M: Non esisterò più... Dove sono?
C: Nel tutto.
M: Nel tutto?
C: Si, ora esisti nel tutto.
M: Resterai con me?
C: Per sempre, uniti per sempre.
M: Tu ed io, per sempre?
C: Si, noi due in Uno, per sempre.
(Martina Crepaldi in "Avrah Ka Dabra - creo quel che dico",
un libro di Dario Canil)